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N°12

UN ANNO FA - EPILOGO

Cinque anni fa questa palestra era utilizzata per formare giovani campionesse di ginnastica in vista delle olimpiadi di Londra; successivamente, grazie ad un generoso benefattore, le ragazze si sono spostante in un altro centro sportivo, molto più attrezzato e con insegnanti di maggior esperienza, lasciando questo edificio inutilizzato ... almeno ufficialmente. In realtà, la palestra veniva ancora adoperata: era uno dei luoghi dove gli uomini agli ordini di Taskmaster addestravano le reclute per formare nuovi pericolosi mercenari da vendere al miglior offerente. Quanto avveniva in questo posto era un segreto noto soltanto a pochi eletti. Almeno, fino a stasera.

<Ora, entriamo!> esclamò l’agente Angela Del Toro, e al suo ordine un’intera squadra di agenti dell' FBI fece irruzione nell’edificio a pistole spianate e gli atleti all’interno, colti di sorpresa, vennero presi e ammanettati. Solo il loro istruttore scampò alla cattura: indossava una sgargiante calzamaglia viola fluorescente che lo rendeva facilmente individuabile, ma la sua straordinaria agilità ne faceva una preda inafferrabile: con delle sorprendenti acrobazie evitò i tentativi di braccarlo da parte degli agenti, e con un grande saltò balzò fuori da una finestra e cercò la fuga attraverso i tetti. Nessuno riusciva a strare al suo passo, e dunque s’era convinto di averla fatta franca, quando una freccia gli sbarrò il passo; si voltò di scatto per osservare chi l’aveva scoccata.

<Guarda guarda chi ho beccato ... l’Acrobata. [1] Si diceva in giro che fossi morto ...> esordì Occhio di Falco.

<Quello era mio fratello ...> rispose l’altro.

<Beh ma vedo che il crimine è un vizio di famiglia ...>

<Ho bisogno di denaro, arciere. Non tutti possiamo accedere ai conti di Stark ...>

<Non è una scusa per lavorare per vermi come Taskmaster. Ora vedi di non fare sciocchezze e vieni via con me. Metterò una buona parola con te presso i federali.>

<Scordatelo. Non mi lascerò catturare.>

<Non posso lasciarti andare. Avanti, non farmi arrabbiare.>

Non servì a nulla; l’Acrobata corse in direzione di Falco, muovendosi a zig zag per evitare le sue frecce, e una volta nelle sue prossimità spiccò un balzo e cercò di colpirlo con entrambi i piedi; il Vendicatore lo evitò grazie ad una tempestiva capriola. L’Acrobata allora cercò di scappare saltando sul tetto della palazzina di fronte, ma una volta a mezz’aria venne avvolto nella freccia-rete lanciata da Falco, e avvolto tra le sue maglie come in tonno non riuscì ad atterrare in piedi, perdendo i sensi nell’impatto con il terreno sottostante.

 

<Li avete presi tutti?>

<Si agente del Toro; solo il loro istruttore è riuscito a sfuggirci.>

<Fossi in voi non mi preoccuperei di quel buffone ...> disse Occhio di Falco, spuntando dal vicolo trascinando il suo avversario come un sacco di patate.

<Sei riuscito a beccarlo, vedo.> disse Angela.

<GIà. Si fa chiamare è l’Acrobata, e bisogna ammettere che tiene fede al proprio nome... ma a parte le piroette, è solo chiacchiere e distintivo. Non è nulla di eccezionale. Ma strapazzatelo un po’, e fatevi dire tutto quello che può tornarci utile per scovare quella carogna di Taskmaster.> disse consegnandolo ad un agente.

<Devo ringraziarti ancora una volta, Occhio di Falco. Grazie alle informazioni che sei riuscito a procurarti è già la sesta delle basi operative di Taskmaster che facciamo chiudere. Tutto merito tuo.>

<Non mi ringrazi, miss Del Toro. Io voglio vedere quel bastardo dietro le sbarre almeno quanto lo vuole lei.>

<Chiamami Angela e ... si, lo comprendo bene. Ti ha fatto passare dei brutti momenti , con quella storia dell’omicidio.>

<Già. E io voglio restituirgli il favore ... >

<Lo incastreremo, vedrai.>

<Ne sono sicuro. Lei è una tosta, agente Del T... Angela. Una sera di queste sere dovremmo andare a mangiare un boccone insieme. Le piace la cucina messicana?>

<Cosa ti fa credere che sia libera?> gli rispose maliziosamente.

<Beh ma vorrai pure far qualcosa per festeggiare il suo arresto, no?>

<Ti farò sapere ...> disse lei, abbozzando un sorriso, poi gli chiese: <Ti serve un passaggio?>

<No, ho il mio mezzo proprio qui.> Salì in sella del suo SkyCycle [2] e impennando verso l’alto andò via sfrecciando nel cielo notturno.

 

***

 

Taskmaster era diventato uno degli uomini più ricercati di New York. I federali avevano l’indirizzo di molti dei suoi covi e i nomi dei suoi alleati. Una sola mossa sbagliata significava finire in carcere, stavolta per molto tempo. Si era rifugiato in uno dei pochi posti ancora sicuri di cui l'FBI non era a conoscenza. Sfogava la sua rabbia e la sua frustrazione contro il sacco da boxe, colpendolo con pugni e calci.

<Quel dannato Vendicatore! Maledetto!>

<Ma come diavolo ha fatto a metterti i federali alle costole? Come ha avuto quelle informazioni?> gli domandò Butcher T. Washington, un collega mercenario dal passato militare.

<E’ stata la sorda. Sono sicuro che è stata lei a passargliele.> disse Hood, seduto sulla panca per gli addominali <Te l’avevo detto di sistemarli entrambi ... ma tu nulla, hai voluto fare di testa tua, e adesso sei costretto a nasconderti come un topo.>

<Piantala di rompere le palle, Parker! Ci manchi solo tu che mi assilli! Avevi ragione, va bene? Sei contento adesso? E cos’hai risolto ora che te l’ho detto? Un cazzo! Quindi invece di gongolare aiutami ad uscirne fuori! Dobbiamo stendere quel dannato arciere, subito!>

<Bisogna attirarlo allo scoperto per poi fargli la pelle. Io mi sono battuto con un Vendicatore una volta, [3] ma si trattava di Ercole, un fottuto semi-dio. Non penso che un fesso con l’arco possa darci problemi.> disse Butcher.

<Non sottovalutarlo> gli rispose ancora Hood <Tu non hai visto come ha steso undici dei nostri, quella volta al mattatoio.>

<Questa volta voglio occuparmene personalmente, con le mie mani!> urlò Taskmaster affondando un pugno nel sacco. <Convocate tutti i gli insegnanti della nostra organizzazione. I migliori. Questa volta non ne uscirà tutto intero.>

<Vado a fare un paio di telefonate ...> disse Hood, alzandosi in piedi.

<Ecco bravo, fa il tuo lavoro!> disse Taskmaster, infierendo sul sacco.

Hood uscì dalla stanza. Fuori dalla stanza c’erano alcuni uomini di guardia. Chiese loro una sigaretta.

<Sta dando i numeri là dentro ...> disse.

<Lo credo bene. L’ FBI gli sta addosso ... pure tu saresti teso, Parker.>

<Si. Ma è proprio per evitare situazioni come questa che bisogna essere previdenti. Se avesse fatto secca la sorda a quest’ora non si troverebbe in questa situazione ... e anche con l’arciere ci è andato piano. Date retta a me, se l’è cercata.> con questo salutò e si congedo.

<Ha ragione> disse il secondo guardaspalle al primo <Parker l’aveva previsto. Il capo gioca troppo a fare il cattivo alla James Bond ...ha in trip di fare il misterioso. Doveva piantargli una palla in testa, quella sera al mattatoio, e si sarebbe risparmiato tutte queste seccature.>

<Cosa pensi che succederà se i federali lo prendono?>

<Abbiamo abbastanza istruttori per andare avanti con l’accademia ... ma i contratti per i lavori vanno a farsi benedire.>

<A meno che ...>

<Cosa?>

<Lui. Hood. E’ nel giro da parecchio e ha contatti giusti. E’ l’unico in grado di tenere su la baracca.>

E sul volto di Parker Robbins, che aveva ascoltato la conversazione rendendosi invisibile, si aprì in un luminoso sorriso.

 

Coney Island. Una settimana dopo.

 

Non sarebbe sbagliato definire gli avvenimenti accaduti di recente come “apocalittici”. I Vendicatori hanno subito un terribile attacco proprio nella loro casa [4] da parte di alcuni dei più terribili supercriminali della terra, guidati da un pazzo psicopatico figlio di un nazista. Un battaglia spaventosa, che ha fatto parecchi feriti; su questa lista spiccava il nome di Occhio di Falco, che ha riportato una lesione al braccio destro. Secondo la dottoressa Jane Foster, non avrebbe potuto tendere un arco per un po’ di tempo. Questo avrebbe significato per Occhio di Falco un lungo periodo di riposo , ma la sua testardaggine era seconda solo alla sua straordinaria mira, dunque chiunque conoscesse anche superficialmente Clint Barton non si sarebbe sorpreso nel vederlo nel suo appartamento intendo a provare ad esercitarsi infischiandosene devi avvertimenti dei medici ... e Jessica O’Leary lo conosceva fin troppo bene. Entrò nel suo appartamento e lo vide fradicio di sudore; dal viso visibilmente provato si capiva che aveva passato le ultime ore a cercare di incoccare una freccia tirando quella dannatissima corda che non ne voleva sapere di tendersi.

<Posa subito quell’arco, Clint!> gli disse usando un tono di voce che avrebbe fatto invidia anche ad un generale dell’esercito <I dottori hanno detto che hai una lesione al nervo! Devi riposati, senza forzare il braccio!>

<Non sono mai stato un pantofolaio, Jess. Non posso restarmene in panchina, soprattutto adesso. I Vendicatori hanno bisogno di me. Io sono...>

<Troppo cocciuto per startene a riposo, ecco cosa! I Vendicatori non se ne fanno niente di un arciere che non può tirare frecce! Più ti riposi, prima ti riprenderai... così non farai altro che peggiorare la situazione!> disse togliendogli l’arco dalle mani. Clint si sedette sul divano e si passò le mani tra i capelli.

<Dannazione! Detesto starmene con le mani in mano!>

<Il mondo continuerà a girare se ti prendi una vacanza, Clint. Senti, perché non predi due birre dal frigo e ci vediamo un paio di film insieme?> la guardò con quei suoi grandi occhi marroni da cerbiatta, e tutto il suo astio si spense.

<D’accordo Jess, hai vinto. Che hai portato?> La ragazza gli allungò il sacchetto con dentro i DVD.

<Dirty Dancing, Ghost, Love Story …. Ma questi sono film da femminucce! Dai, non hai qualcosa di più movimentato ... non so, il Cacciatore, Terminator, Point Break ...>

<No, niente sparatorie! Ti devi rilassare, capito? Ora sta buono e gustiamoci i Balli Proibiti di Patrick Swayze.>

<Ma ...>

<Sssssh! Sta cominciando!>

 

In un covo segreto.

 

<Chi hai trovato?> domandò Taskmaster.

<Non molti ... alcuni si sono dati, dicendo che tira una cattiva aria. Ma ci sono parecchi neolaureati che non vedono l’ora di mettersi al lavoro.> rispose Hood.

<Niente dal Costrittore? E Batroc?>

<Nulla. Hanno detto tutti di avere altri incarichi al momento .... ma se vuoi la mia, in realtà hanno solo paura di affrontare un Vendicatore, dopo l’attacco alla loro base ...>

<Lo credo bene. Li hanno attaccati a casa loro, sul loro suolo, e non sono riusciti a farli fuori. E la squadra d’attacco era formata da alcuni dei peggiori castigamatti in circolazione... comunque, non importa. Ce la caveremo da soli, e non dovremo dire grazie a nessuno. Ma ci serve solo un piano, uno vero, per tirare l’arciere fuori allo scoperto.>

<Capito a fagiolo, allora ...> s’intromise Butcher.

<Che intendi?>

<Ho fatto alcune domande in giro per saperne di più riguardo al Vendicatore ... e ho scoperto alcune cose molto interessanti che vi faranno piacere. La prima: nello scontro è rimasto ferito al braccio destro. Pare che non possa usare più arco e frecce e che ne avrà per un po’. Ma è la seconda notizia che vi farà eccitare ... ma lasciate che ve la riveli questo rifiuto.>

Spinse dentro la stanza un ragazzo visibilmente spaventato ... d’altronde l’aspetto di Butcher sarebbe stato inquietante per chiunque: un afroamericano pieno di muscoli, alto due metri, pelato e con una benda sull’occhio. Ma non era solo lui a terrorizzarlo: i tre uomini in quella stanza potevano toglierti la vita senza la minima esitazione.

<Chi è questo sgorbio?> chiese Taskmaster.

<Si chiama Jeff Scott, faceva parte di una banda di balordi che si facevano chiamare i War Dogs. >

<Si me li ricordo... molti di loro sono ex studenti dell’accademia che non si sono laureati. Un branco di rammolliti. Molti sono in gabbia assieme a Tagliagole.>

<Esatto. Beh pare che questo stronzo sappia come incastrare l’arciere.>

<Davvero? E come? Avanti parla ...>

<V-Vede signore ... il n-nostro capo, Darko, aveva una questione in sospeso con questa squinzia di Coney ... e pare che il Vendicatore abbia preso le sue difese. [5] Non so se è la sua donna o una sua parente, ma pare che sia sotto la sua protezione. Se beccate la donna, trovate anche l’arciere. G-Garantito.>

<Bene bene ... questa si che è una notizia. Bravo ragazzo. Questa è un’informazione che vale la tua vita. Butch, occupatene tu. Portami quella ragazza. >

Sotto la maschera da teschio, Taskmaster fece un sorriso diabolico.

Hood invece non pareva altrettanto contento di questa informazione.

 

Per le strade di Coney Island. Pochi giorni dopo.

 

<Sono contenta che sei venuta a trovarmi, Kate. Ultimamente abbiamo passato poco tempo insieme... a parlare di noi, intendo. Tutte le volte che ci siamo viste eravamo in pena per Clint.>

<Già, prima il processo, poi quella sua presunta “morte”. Ci ha fatto prendere un bello spavento.>

<E poi ha rischiato di rimetterci le penne veramente... meno male che c’era quella tua amica a tirargli le castagne dal fuoco.>

<Te l’avevo detto che Maya è una forte ... è una brava ragazza che ha passato un brutto momento, ma ora ne è uscita. Grazie a Clint.>

<Già ... è un tipo davvero in gamba. Parla tanto, fa la voce grossa, ma un uomo veramente generoso. Non ho mai conosciuto una persona così predisposta a darsi tanto da fare per il prossimo.>

<Si, e poi è parecchio figo, vero?>

<Come?> esclamò Jess, mentre le andava di traverso il gelato.

<Dai Jessica, non sono mica cieca! L’Ho visto come lo guardi ... e guarda, comprensibile. Voglio dire – ma se glielo riveli giuro che ti strangolo - quando lo vedo allenarsi in palestra c’è da che diventarci strabica. >

<Guarda che ti sbagli Kate. Non c’è nulla del genere tra me e Clint.>

<Ma dai, siamo tra donne, a me puoi dirlo! Anche mia sorella ci ha fatto un pensierino...>

<Ti dico che sei fuori strada.>

<Va bene ve bene ... nascondi pure la testa sotto la sabbia se vuoi ... ma, parlando per ipotesi, ti farebbe così schifo avere una storia con lui?>

<Anche se fosse ... ecco vedi... insomma cosa pensi possa trovarci in una ragazza ordinaria come me? Mi ha fatto vedere le foto delle sue fiamme ... dio,ma l’hai vista la Vedova Nera? E la sua ex, Mimo? Gambe che non finiscono mai, corpi da pin up ... sembrano due top model! Come può competere una come me? Sarebbe come puntare ad uscire con un Brad Pitt o un Tom Cruise! Ma che speranze posso mai avere?> si accorse di averci messo troppa veemenza nel rispondere, dunque aggiunse:

< Uh, sempre parlando ipoteticamente ...>

<Già ”ipoteticamente” ... senti, continuando con le ipotesi ... hai mai provato a chiederglielo? Se vuoi, posso sondare il terreno per te.>

<Non ci provare!! Sul serio Kate, non t’azzardare... io non potrei mai continuare a vederlo, se mi dicesse di no.>

La conversazione tra le due ragazze era spiata da alcuni uomini a bordo di un furgone nero.

<Qual è delle due?>

<Q-Quella più grande, coi capelli castani. La morettina non so chi sia.>

<Va bene. Muoviamoci.>

Il furgone tagliò la strada alle due ragazze. Da lì scesero l’inquietante Butcher con alcuni uomini.

<Jessica O’Leary. Vieni con noi.> disse il nero. Due uomini si avvicinarono minacciosi alla spaventata Jessica, ma Kate Bishop reagì tempestivamente: bloccò il polso del primo e lo colpì forte al plesso solare con il palmo della mano. Il secondo lo stese colpendolo prima con un calcio al ginocchio, poi con un destro alla mandibola.

<JESS, SCAPPA! LI TRATTENGO IO!> Jessica si mise a correre mentre Kate coraggiosamente affrontava quegli uomini.

<Non so chi siete o cosa volete da lei, ma non l’avrete.>

<Tu chi cazzo sei, ragazzina? Chi t’ha insegnato a batterti così?> chiese Butcher.

<Ti conviene sparire se ci tieni all’altro occhio.>

<Coraggiosa ... mi piaci, sorella.>

Kate cercò di colpirlo, ma Butcher si rivelò un avversario più forte di quello che aspettava: parò il calcio di lei e la mandò K.O. con un solo pugno al viso.

<Non fatele del male!> gridò Jessica, che era tornata indietro temendo per la sorte dell’amica

<Verrò con voi,va bene. Ma non colpitela ancora, vi prego!> supplicò.

<Mossa intelligente. Salì sul furgone e non ti faremo alcun male.>

<E la mocciosa?> chiese uno dei suoi uomini.

<Caricate sul furgone anche lei.> poi si voltò verso Jeff.

<Sai quello che devi fare. Procedi.>

 

Coney Island. Qualche ora dopo.

 

La fisioterapia era dolorosa ed irritante, ma Clint (pur borbottando) svolgeva regolarmente gli esercizi che la dottoressa Foster gli faceva fare durante le sedute. Stava tornando a casa quando qualcuno lo chiamò usando il suo nome in codice ... cosa insolita, visto che non era in costume. Si voltò di scatto e vide un ragazzo che gli era familiare, a che non riusciva ad inquadrare.

<Ci conosciamo?>

<Uh, ci siamo già visti. Un annetto fa. Ho un messaggio da parte di Taskmaster.>

Quel nome lo fece trasalire.

<Dov’è?> chiese, serrando i denti.

<Vuole incontrarti stanotte al molo 13. Ha detto di non fare lo stronzo, di non portare né arco e frecce i tuoi amici Vendicatori ... se lo farai, la tua amica Jessica ci rimetterà le penne.>

Lo afferrò per il bavero e lo sbattè contro il muro.

<Che c’entra lei? Che le avete fatto?> urlò a muso duro, furioso.

< E’ al sicuro. Non le abbiamo torto un capello. Se continuerà a rimanere illesa dipende solo da te e dalle tue azioni. Al molo, stasera. Da solo. Niente scherzi, o finisce sottoterra.>

Lo lasciò andare e in preda alla rabbia salì nel suo appartamento, fiondandosi nella sua camera da letto per prendere dall’armadio il suo costume, l’arco e la faretra.

<Con il braccio in quelle condizioni non hai speranze contro Taskmaster.>

Si voltò, spaventato dall’inaspettata voce.

<Maya ... tu sai ...>

<Si. Hood è venuto nel mio appartamento e mi ha detto tutto. Hanno rapito anche Kate.>

<Kate?>

<Pare fosse insieme alla tua amica quando le hanno prese ... ha cercato di difenderla, ma non è bastato.>

<Maledetto figlio di puttana ... ma questa volta ...>

<Te l’ho detto, non puoi farcela in queste condizioni. Non riesci nemmeno a tendere l’arco.> disse indicando la benda sul braccio.

<E cosa vuoi che faccia, che me ne stia a guardare, con le loro vite in gioco? E’ per colpa mia che l’hanno rapite, e tocca a me andarle a liberare!>

<Non vedi necessariamente farlo da solo. Hood mi ha detto dove dovete incontrarvi. Ho già in mente in piano, ma tu devi fare come dico io... intanto, non dovrai usare questo> disse togliendogli l’arco dalle mani <ma sarà più utile a me per quello che dovremo fare.>

<Lo sai usare, almeno?>

<Scherzi? Ho imparato dal migliore... da te. Anch’io ho quello che Taskmaster chiama “riflesso fotografico”... so imitare qualsiasi movimento io veda, per quanto complicato, anche se lo vedo fare una sola volta. Ti ho visto tirare con questo diverse volte, nelle immagini al telegiornale, dunque non sono da meno di te.>

<E’ per questo che Kate era tanto preparata, quando l’ho conosciuta. Le avevi insegnato già diversi miei trucchetti.>

<Infatti, è così. Ora quello che dobbiamo fare è ...>

<Frena bella. “Dobbiamo” niente. Non ho bisogno del tuo aiuto. Tutto quello che devo fare è AAAAAAAARGH!! > non finì la frase, perché Maya gli afferrò il braccio procurandogli un acuto dolore.

<Tu in queste condizioni non salvi nessuno. Si fa a modo mio. E’ l’unica speranza per Kate e la tua amica.>

Aveva ragione, e lo sapeva. Era una cocciutissima testa dura, Clint Barton, ma dietro quella bocca larga c’era anche del buonsenso.

<Dannazione, ma ci dev’essere qualcosa che posso fare! Un modo per agire, per ...> un’idea improvvisa ma geniale lo illuminò.

<MA CERTO! Ecco cos’è che fa al caso mio!>

<Che c’è?> chiese Maya.

<Vediamoci al molo, lì ti ragguaglierò. Ora devo correre alla base dei Vendicatori. Lì c’è qualcosa che può fare al caso nostro.>

 

Quella notte, al molo 13.

 

La squadra di Taskmaster arrivò accompagnata dal rombo dei motori dei furgoni e delle moto. Si fermarono a qualche centinaio di metri dal luogo dell’incontro, per organizzarsi e mettere a punto gli ultimi dettagli.

<Perché ci siamo fermati qui?> domandò Hood.

<Il capo deve rivedere alcuni dettagli, dice.>

<Che dettagli?>

Taskmaster scese dall’auto e Parker Robbins gli andò incontro.

<Che c’è adesso? >

<Dobbiamo aspettare l’asiatico.>

<Sei riuscito a contattare anche lui? Credevo fosse fuori dagli States.>

<L’ho fatto rientrare, visto che siamo a corto di uomini, e gli ho dato una missione segreta.>

<Una missione segreta? Perché non me ne hai parlato? E qual è, di che si tratta?>

<Sorvegliare te, Parker, ecco di cosa di trattava. Era l’unico in grado di rintracciarti, anche qualora ti rendessi invisibile. E non potevo credere a cosa mi ha raccontato...>

Hood capì di essere fregato. Taskmaster lo fissava con disprezzo. L’asiatico arrivò proprio in quell’istante. In pochi secondi si trovò circondato.

<Sei stato tu che ci hai venduto hai federali. L’asiatico ti ha visto recarti nell’appartamento della sorda. Scommetto che eri lì per pagarla ... quanto le hai dato per pugnalarmi alle spalle? Hai organizzato tutto tu, vero? Quella mascherata al mattatoio, il falso contratto, la fuga di Falco... e magari avevi intenzione di aiutarlo anche adesso. Perché l’hai fatto? Cosa volevi fare? Prendere il mio posto>

Ormai aveva le spalle al muro. Lanciò un fumogeno a terra e approfittò della nube di fumo per rendersi invisibile darsi alla fuga.

<E’ scappato!> urlò Butcher.

<Calma. Ero preparato a questo...> l’asiatico gli porse arco, faretra e un paio di occhiali ad infrarossi: con quelli poteva rintracciare con esattezza la sua posizione. Lo vide che levitava sopra l’acqua, come se stesse camminando su dei gradini invisibili, grazie ai suoi stivali stregati. Taskmaster incoccò una freccia e, con l’abilità appresa da Occhio di Falco stesso, lo colpì ad una scapola, mentre si trovava a mezz’aria.

Hood tornò visibile un istante prima di precipitare nelle acqua dell’Hudson.

<Ecco, questa è la fine adatta ad un traditore come lui. Colpito alla schiena, come lui ha fatto con me.> poi sputò a terra con fare disgustato.

<Ora andiamo. Occupiamoci di quell’altro bastardo.>

 

Occhio di Falco attendeva nel punto stabilito, in fondo al pontile. Fissava l’oceano, ansioso. La nebbia si era alzata, rendendo l’atmosfera ancor più macabra. Taskmaster, con il mantello e la sua maschera bianca da teschio, emergeva da essa con fare spettrale.

<Questa tenuta ti dona di più, è decisamente migliore rispetto al ridicolo travestimento che avevi l’ultima volta che ci siamo visti...> fu la sua battuta d’esordio.

<Le ragazze. Dove sono?>

Dietro di lui i suoi uomini scortavano le ragazze, con i polsi legati. Sembravano illese, e Clint ringraziò Dio per questo.

<State bene?> chiese loro.

<Si.> rispose Kate. Jessica si limitò a fare un cenno con la testa.

<Non mi preoccuperei per loro, Vendicatore. Hai altro a cui pensare.> Fece un segno a due dei suoi che gli andarono incontro. In risposta, Falco disse sottovoce:

<Adesso.>

Due frecce scoccate dall’alto colpirono i due uomini, che caddero a terra presi da spasmi di dolore. Un istante dopo, altre due s’abbatterono sui due uomini che tenevano le ragazze.

Un nuovo attacco, questa volta su Taskmaster, che però si difese grazie agli straordinari riflessi.

<Dev’essere lei! Andate a prenderla!> Butcher prese alcuni uomini con se e si diresse verso la postazione da cui il cecchino li stava prendendo di mira.

E mentre Maya, da sopra un container , lo copriva con una pioggia di frecce, Falco s’inchinò, infilò la mano nello stivale e da lì estrasse una capsula con su scritto “Pym”, la ruppe e il gas, sprigionato all’esterno, riportò l’oggetto contenuto all’interno alle sue dimensioni reali: si trattava della spada dello Spadaccino, il suo mentore. Puntò l’arma contro gli uomini di Taskmaster e dalla punta scaturì fuori un raggio stordente che li mise K.O. a uno ad uno. Con un colpo rapido quanto preciso, recise le corde che tenevano prigioniere le due ragazze.

<Kate! Porta Jess via di qui! Veloce!>

La sua allieva obbedì all’ordine e prendendo l’amica per la mano si diresse nella direzione indicatagli, in fondo al pontile.

<Vuole che fuggiamo a nuoto?> chiese Jessica.

<No, ci ha dato un mezzo.> rispose Kate guardando il fiume; ad attenderle infatti c’era lo SkyCycle che sostava levitando a pelo d’acqua. Non appena le ragazza vi si sedettero saldamente sopra il pilota automatico le portò lontano dal luogo della battaglia, al sicuro. Falco le vide allontanarsi e tirò un sospirò di sollievo; un esitazione che stava per risultargli fatale perché Taskmaster stava per decapitarlo con la sua, di spada. Solo i suoi riflessi fulminei gli impedirono di venire colpito dal fendente.

<E’ stato il tuo ultimo trucchetto. Stanotte chiuderemo tutti i conti sospesi!>

<Non chiedo di meglio ...> rispose Falco, furente.

Taskmaster non era un avversario da prendere sottogamba: grazie alla sua particolare facoltà era capace di impadronirsi di tutte le tecniche di combattimento che osservava, e aveva appreso la scherma ammirando in azione Dane Whitman, il Cavaliere Nero, il miglior maestro di spada vivente. D’altro canto, Falco era stato allievo proprio dello Spadaccino, un uomo abile con la spada quanto lui lo fosse con l’arco, e dunque non c’era da meravigliarsi se riusciva a tenergli testa, schivando e parando ogni suo affondo. Le lame creavano delle scintille ogni volta che s’incrociavano. Il loro duello era come un mortale ed elegante balletto; ogni stoccata, ogni affondo, ogni fendente era portato con rapidità e precisione. Falco cercava di tenere l’offensiva, perché sapeva che se avessero invertito i ruoli non avrebbe potuto resistere a lungo contro la maggiore abilità del suo avversario. Taskmaster da parte sua si accorse che per quanto dotato e capace come schermitore, i movimenti di Clint diventavano sempre più lenti e prevedibili, vuoi per la ferita al braccio o per la scarsa abitudine nell’usare la spada. Approfittò di un’apertura per colpirlo con un calcio al braccio dolorante. Falco cacciò un urlo di dolore, si toccò spontaneamente la ferita, facendo cadere la sua spada, e Taskmaster ne approfittò per colpirlo alla tempia, facendolo crollare a terra.

Mente i due uomini mascherati si battevano, nello stesso momento Maya, con la mira e l’abilità appresa guardando Occhio di Falco, aveva messo fuori combattimento tutti gli uomini di Taskmaster: Solo Butcher e l’asiatico erano riusciti a sottrarsi alle sue frecce; il primo si arrampicò sopra il container con un pugnale tra i denti, pronto a battersi fino alla morte.

<Scommetto che riesco ad infilartelo in mezzo alle tette prima che tu riesca ad incoccare ...> disse con aria di sfida.

Maya non cadde nella provocazione e mise mano alla sua faretra. Ma Butcher era un fine stratega, retaggio del suo passato militare, e continuò a provocarla, assicurandosi che la donna gli fissasse le labbra. Dato il suo handicap uditivo, non sentì l’asiatico arrampicarsi e piombargli alle spalle, colpendola con una forza tale da farla cadere l’arco dalle mani. Butcher calciò via l’arma facendola cadere da sopra il container. Maya si ritrovò tra l’incudine e il martello. Era una situazione disperata, ma un’idea le balenò in mente: afferrò una delle frecce soniche di Falco e l’attivò; questa volta il suo handicap le tornò utile, dato che le impedì di avvertire l’agonia ai timpani che stava torturando i suoi assalitori. Approfittò del momento per passare all’attacco: con un calcio rotante al petto fece precipitare Butcher dalla cima del container, e con un montante sotto il mento fece fare la stessa fine all’asiatico, il cui corpo privo di sensi precipitò proprio accanto a quello di Butcher. Alzò lo sguardo verso Falco e li vide alla mercè di Taskmaster. Non c’era il tempo di scendere, recuperare l’arco e tirare. Ormai il Vendicatore era spacciato.

< Questa è la fine, Occhio di Falco. E’ da troppo tempo che mi stai tra capo e collo. Devi morire.>

Falco era con la schiena a terra, Taskmaster gli puntava la spada alla gola. Era ad un passo dalla morte.

Improvvisamente, quattro colpi esplosero nell’aria. I proiettili non oltrepassarono lo strato di kevlar che indossava sotto il costume, ma l’impatto fu tale che Taskmaster cadde all’indietro, allontanandosi dal suo nemico. Falco e Maya si voltarono a guardare chi era stato a premere il grilletto, e videro Hood aggrappato al ponteggio del molo, col braccio teso e la pistola fumante. Era sofferente per la ferita, fradicio, ma era talmente furioso che era riuscito a nuotare fin lì per vendicarsi. Occhio di Falco si rialzò in piedi, afferrò la spada che poco prima aveva puntata contro e restituì la cortesia a Taskmaster.

<I ruoli si sono invertiti, faccia da scheletro... cosa si prova a stare dall’altra parte?>

<Non... ne hai ... il fegato...> gli rispose l’altro, ancora dolorante per l’impatto con le pallottole.

<Ma io si.> gli disse Maya, arrivando dalle retrovie con l’arco teso e una freccia puntata alla sua testa.

<Ingrata schifosa ....>

 

Quando l’agente Del Toro e i suoi uomini arrivarono al molo non credevano ai propri occhi: un’intera gang di criminali messa fuori combattimento, compreso il loro pluri-ricercato leader. Le sembrava di essere a Natale. C’erano frecce dappertutto. Hood era scomparso senza lasciare tracce, e anche Maya aveva preferite levare le tende, visti i suoi trascorsi. Occhio di Falco fissava Taskmaster, ammanettato, che veniva portato via su di un furgone.

<Ci rivedremo, arciere. Non finisce qui.>

<Levatemelo da davanti.>

<Devo dire che hai fatto un lavoro straordinario, Occhio di Falco. Sei riuscito a fermare l’intera banda, tutto da solo. E dire che si diceva in giro che fossi ferito ...> disse Angela.

<Mi ero studiato un piano. E ha funzionato, non ti serve sapere altro.> Borbottò lui.

<Si, un “piano”... capisco. Vabbè, poco importa come hai fatto. Stasera abbiamo ottenuto un grande risultato. Senza Taskmaster presto anche il resto delle sue accademie presto crolleranno, come le tessere del domino. Devi esserne molto soddisfatto.>

<Si, sono soddisfattissimo ... felice come una pasqua. Ora devo andare. Se ti serve aiuto per stillare il tuo rapporto, fammi un fischio.>

Falco si allontanò, dandole le spalle. Angela lo vide allontanarsi nella notte.

<Mi devi una cena!> gli gridò. Lui alzò un braccio in segno di saluto.

 

Coney Island. Più tardi.

 

<<Come sta Jessica?>>

<Sta riposando. E’ qui da me. Era molto scossa e non se la sentiva di dormire nel suo appartamento.>

<<La capisco. Vorrei essere lì da te ma sono in punizione. I miei si sono arrabbiati per l’ora indecente a cui sono rientrata e perché non ho avvisato.>>

<Non preoccuparti Kate, adesso è al sicuro. Sono stato in pensiero per voi. Sono felice che non vi sia successo nulla.>

<<Siamo pari per quello che ci hai fatto passare in queste settimane. Scherzi a parte, mi dispiace non essere riuscita ad evitare che la rapissero.>>

<Sei stata molto coraggiosa, invece. Non potevi fare di più. Sono molto fiero di te.>

<<Cavolo, devi esserti spaventato parecchio... non sei mai stato così sdolcinato- Non è che ti commuovi adesso vero?>>

<Evita di dire fesserie, zucca vuota. Il tempo di sistemare un paio di cose e ti metto sotto con gli allenamenti. Se ti sono sembrato duro finora, non hai ancora visto niente.>

<<Adesso si che ti riconosco. Senti, devo chiudere. Da un bacio a Jess da parte mia.>>

<D’accordo. Buonanotte, testa di legno.>

<<Notte, cretino.>>

Era il loro modo di dirsi “ti voglio bene”. Non appena chiusa la chiamata sentì bussare alla sua porta. Andò ad aprire.

<Maya...>

<Ciao. Volevo sapere come stava la tua amica.>

<Sta bene, grazie. Sta dormendo nella mia stanza. Entra, accomodati.>

<Non vorrei disturbare ...>

<No tranquilla. Stavo guardando la replica della partita sul canale sportivo.>

<Che partita c’è?>

<Knicks – Lakers.>

<Uuuh posso rimanere a vederla? Adoro Carmelo!>

<Una tifosa dei Knicks in casa mia...> disse sorridendo Clint.

<Tu tifi Lakers, deduco...>

<Certamente. Quando stavo a L.A. andavo a vederli ogni volta che potevo. Ho anche conosciuto Kobe Bryant. E’ una grande, molto simpatico e disponibile. Dì, la vuoi una birra?>

<Si grazie.>

<Non ti dispiace se vediamo la partita col volume basso? Non vorrei svegliare Jess.>

<Per me, puoi anche togliere l’audio del tutto, non fa la minima differenza.>

<Oh già il tuo udito. Scusa. Beh sai, un po’ ti capisco ... alcuni anni fa ho avuto problemi all’orecchio sinistro.>

<Davvero?>

<Si. Mi sono ferito ad un timpano durante una missione. Dunque, è successo che...>

Andarono a parlare per tutta la durata della partita. Quando lei se ne andò, entrambi provarono la sensazione di aver gettato le basi per un’importante amicizia, quella sera. Jessica si svegliò poco dopo che Maya uscì dall’appartamento.

<Uh, ti abbiamo svegliato?>

<No, tranquillo ... senti, ho visto nella tua stanza che stavi preparando dei bagagli ... perché? Dove vai?>

<Ecco vedi Jessica... pensavo di tornare alla base dei Vendicatori e di stabilirmi lì. Oh continuerò a pagarti regolarmente l’affitto fino a quando non mi troverò nuovo alloggio ...>

<Aspetta, aspetta ... perché te ne vuoi andare? Ho fatto qualcosa che non va?>

<Tu? Jess ... il problema non sei tu. Sono io. Sono io che ho fatto “qualcosa che non va”. Guardati ... rapita due volte in un anno, e solo perché qualche bastardo voleva regolare i conti con me. Pensavo che facendoti vedere insieme a me saresti stata protetta, e invece ho fatto di te un bersaglio ... ho sottovalutato la situazione. E’ che, agendo per anni in un team, non sono abituato ad avere nemici personali e, non avendo famiglia non ho mai avuto nessuno da proteggere ... finora. Adesso capisco cosa provano gli altri miei colleghi. Se ti accadesse qualcosa io ...>

<Alt, frena Clint. Ho capito dove vuoi arrivare, ma vedi ... la gente corre dei rischi ogni giorno, mentre va a fare la spesa o si reca al lavoro. Viviamo in una società violenta, e in questa città ci sono quartieri in cui in certi orari è meglio non farsi vedere, specie se sei una donna che non ha nessun altro al mondo su cui contare. Ma da quando ho conosciuto te, io non ho più paura. Mi sento sicura, capisci, sapendo che c’è il mio Robin Hood personale a vegliare su di me. E non solo io... tutta Coney Island prova la stessa cosa. Me ne frego di cosa dice il Bugle: tu e i tuoi colleghi siete una benedizione del cielo, degli angeli custodi. Se tu te ne andassi e mi abbandonassi, io non mi sentirei più sicura. Mai più.>

Lo abbracciò affettuosamente.

<Non mi lasciare, Clint, ti prego. Ho bisogno di te.>

Lui la strinse forte tra le muscolose braccia, e le diede un bacio sulla testa.

<Va bene, non me ne vado. Rimango.>

 

“Mi chiamo Clint Barton. Nella vita ho fatto parecchi errori, ma ho avuto la fortuna di avere un’altra occasione per riscattarmi. Come quando mi sono unito ai Vendicatori: solo Dio sa cosa sarebbe stato di me se loro non mi avessero dato una casa e una nuova missione. Non smetterò mai di ringraziarli e di cercare di sdebitarmi con loro,ma la decisione che ho preso nell’ultima anno è stata una delle migliori che abbia mai preso. Avevo dimenticato le mie origini. E’ questo il mio posto, il mio habitat naturale: la strada. Qui, dove posso proteggere i normali cittadini, la gente comune, la parte più vera della nazione. Persone come Jessica. Se hai intenzione di venire da queste parti a commettere dei crimini è meglio che ci ripensi, o te la vedrai con me. Sono Occhio di Falco, il protettore di Coney Island.”

 

FINE DELLA PRIMA STAGIONE.

 

 

 

Le Note

 

 

Quando sono entrato a far parte di Marvel IT, una delle frasi con cui mi accolse il nostro editor – in – chief Carlo Monni fu “Data l’enorme popolarità di cui godono gli X-Men, avrei giurato che il prossimo scrittore MiT avrebbe puntato ad occuparsi di una testata mutante ... non mi sarei mai aspetto che qualcuno potesse interessarsi a scrivere una serie su Occhio di Falco”. Come dargli torto, d’altronde ... sebbene sia apprezzato da tutti i lettori Marvel, Falco non ha mai goduto di una testata regolare nemmeno negli Stati Uniti. La domanda che mi ponevo è “Perché”? Perché al suo corrispettivo in DC – Green Arrow – hanno dedicato diverse testate regolari (alcune anche di pregevole fattura) mentre al nostro Clint invece no? Non trovavo una risposta a questo quesito: OdF aveva le stesse potenzialità di Freccia Verde – se non addirittura maggiori. “Come la scriverei io?” e cominciando a immaginarmi cosa gli avrei potuto fargli fare, le imprese che gli avrei fatto compiere, ho maturato l’idea di raccontarvene le gesta.

 

All’inizio non è stato facile ... la continuity interna di MarvelIt aveva previsto alcuni cambiamenti a Clint, come ad esempio la sua relazione con Belinda Healey ideata da Fabio Volino e il suo infortunio subito in Vendicatori MiT # 76 (vedi sotto). Per avere più libertà creativa, ho deciso di collocare gli avvenimenti di questa stagione circa “un anno fa” in tempo MiT. Il cast di supporto, ma soprattutto i nemici da poter utilizzare sono stati un’altra bella gatta da pelare ... sono dovuto andare a pescare negli abissi della continuity o nelle produzioni USA post 2000 (anno in cui ci discostiamo, come sapete, dalla linea temporale delle pubblicazioni originali) ma nonostante questi piccoli impedimenti mi sono saputo organizzare e alla fine sono riuscito produrre quanto avete letto. Devo dire che in questo anno mi sono affezionato moltissimo a Clint, Maya, Jess e soprattutto Kate, che è diventata il personaggio femminile che preferisco scrivere in assoluto J.

 

Passiamo alle note:

 

1 = L’Acrobata (Tumbler) aka John Robert Keane è uno dei primi criminali apparsi nel Marvel Universe (su Tales o Suspence # 83 – Nov. 1966) le cui qualità potete facilmente dedurle dal suo nome in codice. Morto su Captain America # 169 del 1974, quello che vediamo qui è il fratello Michael, apparso 10 anni dopo sempre sulla serie del Capitano.

 

2 = Lo SkyCycle è un mezzo di trasporto in dotazione ai Vendicatori. Di aspetto simile ad una motoslitta o ad un acquascooter, è dotato di una tecnologia antigravitazionale in grado di farlo volare a velocità elevate. Era molto frequente vederlo nelle storie dei Vendicatori degli anni 80, ma col tempo pare che gli autori se ne siano dimenticati. Originariamente era stato progettato proprio per Occhio di Falco dalle Cross Technologial Enterprises.

 

3 = Butcher T. Washington è un mercenario che, ingaggiato e rifornito di armi da Dioniso in persona, si è battuto con il potente Ercole su Solo Avengers # 11 dell’Ottobre 1988

 

4 = Gli eventi di questo episodio sono immediatamente successivi a Vendicatori Mit 74/77, dove i Signori del Male guidati dal Barone Zemo hanno attaccato la base dei Vendicatori radendola al suolo, e durante gli scontri Falco è rimasto ferito gravemente al braccio destro.

 

5 = Proprio un anno fa sul numero 1 di questa serie (ricordate? J )

 

Voglio fare alcuni ringraziamenti, prima di salutarvi.

 

A Carlo Monni, il mio editor, che ha supervisionato ogni numero della serie e che mi ha aiutato a coordinarmi con la continuità.

 

A Igor Della Libera, socio e amico, sempre prodigo di suggerimenti e apprezzamenti.

 

A Fabio Volino, il primo a scrivere di Clint qui su MiT e che mi ha dato le dritte per scrivere i primi numeri.

 

A mia sorella Antonella, a cui mandavo le anteprime dei racconti e il cui entusiasmo mi ha spinto a mantenere una scadenza mensile.

 

E a voi, lettori e lettrici, a cui spero di aver regalato una piacevole lettura d’evasione. Se nel leggere queste storie vi siete divertiti almeno la metà di quanto io mi sia divertito a scriverle, ho fatto un buon lavoro.

 

E adesso, che succederà al nostro arciere preferito? Il buon Clint se ne va in letargo per qualche mese, il tempo di darmi la possibilità di concludere altri progetti MiT e di raccogliere altre idee, poi ritornerà con la II stagione. Spero che sarete in molti a seguirla! J

 

Ok, è veramente tutto. Dato che amo le citazioni cinematografiche, vi lascio con i titoli di coda:

 

 

Occhio di Falco (Clinton Francis Barton) ..........................................................creato da Stan Lee e Don Heck

 

Jessica Ann O’Leary ............................................................................................. creata da Carmelo Mobilia

 

Black Arrow (Katherine Elizabeth Bishop) ............................................... creata da A. Heinberg e J.Cheung

 

Maya Lopez ………………………………………...………………………………………………….. creata da D. Mack e J. Quesada

 

Angela Del Toro ……………………………..……………………………………………creata da Brian M. Bendis e Alex Maleev

 

Roscoe T. Barlow .................................................................................................. creato da Carmelo Mobilia

 

Belinda Healey ........................................................................................................... creata da Fabio Volino

 

Dottor Demonicus (Douglas Birely) ................................................................ creato da D.Moench e T.Sutton

 

Darko e I War Dogs ………………………………........………………………………………………….. creati da Carmelo Mobilia

 

Tagliagole (Daniel Leighton) .................................................................creato da C. Claremont e Rich Buchler

 

Principessa Pitone (Zelda DuBois) ................................................................ creata da Stan Lee e Steve Ditko

 

Hood (Parker Robbins) ..................................................................... creato da Brian. K. Vaughan e Kyle Hotz

 

Taskmaster ………………………………………………...………………………………………… creato da D. Micheline e G.Perez

 

 

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Un’ idea di Carmelo Mobilia

FINE.

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